"Allora
figliolo!" - Ringhiò Joke
spazientito, "Non dovrebbe essere tanto difficile la scelta: sbaglio o
sei marzolino? Non lo sai che i gatti nati nel mese di marzo sono
particolarmente predisposti a diventare degli spiriti burloni? Forza
figliolo, che aspetti? Accetta il tuo destino e vieni con me!"
"Sta solo a lui scegliere il suo destino Joke, non è certo stato
scritto il giorno della sua nascita!" Disse Twinkle, ricomponendosi di
colpo, recuperando la sua voce zuccherosa e tutta la sua aria da
sofisticata e aristocratica gatta da salotto.
"Beh,
vedete" - Fece Fuliggine un po' titubante - "La maggior parte degli
umani è stata molto cattiva con me, e non parlo solo del tipaccio
che mi ha investito: mi trattavano sempre male perché sono nero, quando
mi vedevano facevano brutti gesti, sputavano e a volte provavano a
prendermi a calci, erano persone orribili. La maggior parte di loro è
così, lo so, ma so anche che non sono tutti uguali. Ci sono cinque
piccoli umani che si son presi cura di me, mi hanno amato, nutrito,
fatto sentire importante: forse sono solo un gatto ignorante, ma credo
che se mettessi su una bilancia immaginaria l'amore che mi hanno dato
quei cinque bambini e l'odio che mi hanno dimostrato gli altri, la
bilancia penderebbe dalla parte dell'amore: ogni piccolo gesto di quei
ragazzini nei miei confronti, cancellava almeno dieci azioni cattive
degli altri. E per questo, se ne ho davvero la possibilità, vorrei
essere io a prendermi cura di loro, proteggerli e amarli come loro hanno
fatto con me. Forse sono un ingenuo, ma è questo quello che desidero,
dedicarmi a Mimmo, Gilda, Patty, Nino e Leonardo."
Proprio in quel momento, da lontano echeggiò una voce profonda:
"La scelta è fatta!"
"Cos'è stato? Chi ha parlato?" Chiese Fuliggine intimorito.
"Oh, lascia perdere, è quello che noi chiamiamo il grande capo,
ma tu sei solo un novellino, quindi non metterti a fare tante domande,
avrai le risposte solo quando sarà il momento!" Esclamò Joke, con un
aria talmente seria e solenne che quasi non sembrava lui; ma la
trasformazione durò solo un attimo, e subito tornò il vecchio e spavaldo
Joke:
"Molto bene, anzi male, mi hai deluso figliolo, ma non importa! Ti
lascio nelle mani di questa micia snob, spero farete un bel lavoro.
Quanto agli umani cattivi di cui hai parlato, sta tranquillo, avranno
ciò che meritano!"
"Li punirai tu?" chiese Fuliggine incuriosito.
"Oh
no, poveri loro, io sono solo un burlone, la punizione per i cattivi è
seria, non spetta certo ad un tipo divertente e affascinante come me,
vero pupa?" Disse ammiccando e strizzando l'occhio verso Twinkle.
"Sagge
parole, strano che sia tu a pronunciarle" - Rispose la micetta
ammiccando a sua volta - "Beh, ora lasciaci soli, io e il mio nuovo
discepolo abbiamo molto lavoro da svolgere!"
"Ai tuoi ordini!" Disse Joke
con la sua solita aria sarcastica, e rivolendosi a Fuliggine: "Buona
fortuna figliolo, avremmo fatto grandi cose insieme, ma pazienza! ti
lascio nelle mani della pupa zuccherosa, io me ne vado in giro a fare
qualche dispetto, prima che la notte finisca! MIAO!!!"
Miagolando, Joke sparì tra le nuvole.
"Bene dolcezza, finalmente soli!" Esclamò Twinkle con una voce così dolce e soave da far arrossire il nostro micio nero.
"Da
quel che ho capito tu vorresti dedicarti a quei cinque piccoli umani in
particolare, il che è possibile, ma richiede un addestramento diverso
dalla prassi. Prima di tutto, è necessario che tu vada in sogno a
ciascuno di loro a parlargli."
"Ah
si?"- Fece incredulo Fuliggine- "Quindi posso parlare loro un'ultima
volta, che bello! ma gli umani non capiscono la nostra lingua, come
farò..."
"Penserò
io a tutto" - Lo interruppe Twinkle - "Bada, è importante che tutto
avvenga stanotte. Quindi non farmi domande, limitati a fare tutto ciò
che ti dico."
Dolce
e severa allo stesso tempo, Twinkle prese in mano la situazione, e
Fuliggine le obbedì senza far storie o porre altre domande.
Quella notte, Fuliggine apparve in sogno ai suoi amici.
Al
risveglio i ragazzini erano un po' turbati, ma convinti che si fosse
trattato solo di un sogno, non gli diedero importanza. Si recarono come
al solito prima della scuola dal loro amico a quattro zampe, ma non lo trovarono; tornarono dopo la scuola, ma trovarono ancora la cuccia di compensato vuota.
"Forse si è arrabbiato perché lo abbiamo trascurato" Disse Mimmo con il mento tremante, sul punto di piangere.
"Ma
no!"- Cercò di tranquillizzarlo la sorella - "I gatti son fatti così,
ogni tanto vogliono andarsene in giro in cerca di avventure, ma poi
tornano!"
I giorni passavano, ma non c'era traccia di Fuliggine.
I bambini erano molti tristi e preoccupati finché un giorno Patty, ricordandosi dello strano sogno, ne fece parola agli altri.
"Sapete cosa mi è successo la notte di Halloween, dopo la festa? Ho sognato Fuliggine! All'inizo vedevo solo un grande spazio bianco, poi vidi una macchia nera con due puntini gialli: era Fuliggine! E parlava!"
In quel momento, i bambini si resero conto di aver fatto tutti lo stesso sogno, e la medesima notte per giunta!
Ma
non ricordavano bene le parole, ci volle un po', ma alla fine, mettendo
insieme i ricordi di ognuno, riuscirono a ricomporre il messaggio di
Fuliggine.
"Piccoli
miei, purtroppo non potremo vederci mai più in questo Mondo, perché
oramai non ne faccio più parte. Ma non temete, io sarò sempre con voi, vi
veglierò e vi proteggerò dal luogo in cui sono confinato, e per
provarvelo, ogni anno, durante la notte di Ognissanti, vi lascerò un
ricordino, qualcosa che vi parlerò di me. Addio!"
I cinque monelli non sapevano cosa pensare, quindi ne parlarono agli adulti.
Ma
gli adulti si sa, non credono mai nei sogni, specie se si tratta di
quelli dei bambini; li convinsero che la loro era solo suggestione,
perché sentivano la mancanza del loro micio e si erano inventati tutto
per sentirsi meno soli.
"D'altronde" disse Nino "Gli adulti sanno sempre quello che dicono!".
Così non ci pensarono più; per fortuna arrivò presto il Natale, che con i
suoi colori, le sue luci e i suoi regali rese la mancanza di Fuliggine
più sopportabile, seppur sempre dolorosa. Poi iniziò il nuovo anno, e
quasi senza accorgersene, arrivò la primavera. Di lì a poco la scuola
finì, e venne l'estate, calda e gioiosa come sempre. Poi la scuola
ricominciò, e un anno passò in un baleno.
I
bambini credevano di aver dimenticato quello strano sogno, ma con
l'inizio dell'autunno e del mese di ottobre, il ricordo del sogno tornò
nelle loro menti, sempre più vivo, reale, palpabile.
Accadono
cose che spesso neanche gli adulti sanno spiegare, e chissà, forse il
bello di questa vita è che non tutti i fenomeni hanno una spiegazione
razionale.
La
notte di Ognissanti arrivò, ma stavolta Mimmo e gli altri decisero di
non andare ad una festa in maschera come l'anno passato: non capivano il
significato del sogno, né perché gli fosse tornato in mente. Non
sapevano spiegarsi la ragione, ma sentirono il bisogno di fare qualcosa
di diverso, di intimo, perciò quella sera si riunirono a casa di Gilda e
Mimmo, portando foto e ricordi di Fuliggine.
Non se ne rendevano conto, anche perché non sapevano per certo che fosse morto, ma stavano commemorando il loro amico scomparso.
Quella notte andarono a dormire con una strana sensazione di calore e benessere nel cuore.
Il giorno dopo, alzandosi dai loro lettini, Mimmo e Gilda sentirono la madre brontolare.
"Stupidi scherzi...Chissà chi sarà stato!"
I
bimbi andarono a vedere e scorsero, davanti all'uscio di casa, un bel
mucchietto di fuliggine, che la mamma spazzava via a fatica.
In quel momento capirono il significato dello strano sogno.
Gilda
corse al telefono, e scoprì che anche davanti all'uscio di Patty c'era
della Fuliggine, e così davanti alla casa di Nino e di Leonardo: non si
era trattato dello stupido scherzo di qualche buontempone, era stato
Fuliggine:
"Durante la notte di Ognissanti, vi lascerò un
ricordino, qualcosa che vi parlerà di me."
Quel
mucchietto di fuliggine stava a indicare che il micio era diventato il
loro spirito protettore, che avrebbe sempre vegliato su di loro e sui
loro figli.
Da
allora in poi, ogni anno, il primo di novembre i ragazzi trovarono
sempre della fuliggine dinnanzi all'uscio di casa, e anche oggi, che i
ragazzi sono cresciuti, e alcuni di loro diventati genitori, continuano a
trovare quel piccolo segno dal cielo, a indicare che il piccolo
Fuliggine, in nome del bene e dell'amore che gli hanno dimostrato
durante la sua breve vita, continuerà a vegliare su di loro e sui loro
figli.
PER SEMPRE.
il racconto è bellissimo!!! adesso xò mi tocca andare in canoa x i fiumi di lacrime!!! <3
RispondiEliminaGrazie mille! son contenta che il racconto ti sia piaciuto e che ti abbia commosso: era il mio intento in effetti! come dice Gandalf ne "il signore degli anelli":"non tutte le lacrime sono un male"! Ed è anche lo stesso messaggio lanciato su Inside out su cui, ti anticipo, presto scriverò una piccola recensione: perciò continua a seguirmi, mi raccomando! e grazie ancora!
Elimina