martedì 16 dicembre 2014

Fuliggine e lo Spirito di Natale (Terza e ultima parte)



Paff! Detto fatto! Anzi , più presto fatto che Detto, Claus e Fuliggine erano di già nel regno dei vivi.
"Bene piccolo mio, è giunto il momento: stai per rivedere la tua mamma. Non posso concederti molto tempo, ma spero sia sufficiente per farti capire non solo il vero significato del Natale, ma l'importanza degli Spiriti ogni giorno dell'anno. Ora Vai, la tua mamma ti aspetta..."
Fuliggine non comprese in pieno il senso delle parole di Claus, ma si incamminò nella direzione che il certosino gli stava indicando.
Benché fosse passato meno di un mese da quando aveva lasciato la Terra, la trovò molto cambiata: nelle vetrine dei negozi, dove c'erano zucche e strane maschere, ora c'erano luci colorate e tanti pupazzi con un vecchietto barbuto e pacioccone vestito di rosso, alcuni dei quali gridavano "Oh, Oh, Oh!"
"Ah, ecco: deve essere il modo in cui gli umani rappresentano Claus!"- Disse Fuliggine tra sé e sé. 
Era davvero una stana sensazione camminare tra gli umani senza essere visto! Poteva persino attraversare oggetti e persone, era davvero una sensazione straordinaria!
Fuliggine non sapeva dove andare, ma il suo cuore gli indicava la direzione; ad un certo punto imboccò un vicolo cieco, privo di luminarie, e lì vide una palla di pelo arruffata di color grigio chiaro: era la sua mamma!
"Mammina!" Fuliggine miagolò con quanto fiato ebbe in gola! Nessuno parve sentirlo, ma la palla di pelo arruffata drizzò le orecchie e si voltò in sua direzione: era proprio la sua mamma e lo aveva sentito.
"Piccino mio, sei proprio tu!"- Esclamò Perla -"Questo è proprio  un miracolo di Natale!" Asserì con voce tremula.
Madre e figlio si strofinarono e giocarono insieme come se Fuliggine avesse ancora il suo corpo. 
 "Ma che ci fai qui? non ti vedo da mesi! Sai, ti ho sempre guardato di nascosto mentre giocavi con i piccoli umani, ma ho preferito starmene in disparte: temevo decidessi di seguire me, abbandonando un rifugio e dei pasti sicuri. Su piccino, parlami di te che ti è successo?"
"E' una lunga storia..." In quel momento Fuliggine si ricordò di non far più parte del mondo dei vivi e che nessuno avrebbe dovuto essere in grado di vederlo, sentirlo o toccarlo.
Raccontò tutto alla sua mamma, che lo ascoltò attentamente.
"Oh, avevo ragione, è un vero Miracolo di Natale!"- Esclamò Perla in un misto di gioia ed amarezza: "Avrei preferito che tu restassi in questo mondo più a lungo, avrei potuto insegnarti tante cose; ma evidentemente ti aspetta un destino più grande. Sono così fiera, il mio piccolino diventerà un grande spirito protettore, porterà pace e amore nel mondo: una madre non potrebbe essere più fiera! "
In quel momento, Fuliggine ricordò le parole di Claus e finalmente le comprese : Il vero significato del Natale consisteva nel portare gioia e serenità al prossimo. Questo però non deve accadere una volta all'anno, ma ogni giorno. Ognuno a modo suo può e deve dare il suo contributo, in modo che ogni giorno sia Natale, ed ogni giorno possa avvenire un piccolo miracolo,
Claus non gli aveva fatto un solo dono , ma due: non solo gli aveva permesso di riabbracciare un'ultima volta la sua mamma, ma gli aveva fatto comprendere quanto fosse importante il ruolo degli Spiriti, e di quanto bene avrebbe potuto fare se non si fosse arreso e avesse continuato l'addestramento con Twinkle.
"Sai mammina" Disse Fuliggine tremando con la voce - "Non credevo di essere all'altezza dello scopo che mi ero prefissato, ero così stanco e sfiduciato. Ma ora non lo sono più: sono determinato, e ti prometto che diventerò uno spirito protettore eccezionale, mi prenderò cura dei miei amici umani e anche di te, sarò un punto di riferimento per tutti quelli che hanno bisogno di me. Te lo prometto mamma, sarai fiera di me!"
"Lo sono già piccino mio"- Rispose commossa Perla - "E perdonami se non sono stata una brava mamma..."
"Sei tu che devi perdonarmi per aver dubitato di te, per aver pensato che mi avevi abbandonato perché non mi volevi bene!"
I due si coccolarono intensamente per qualche istante, finché non apparve Claus.
"Mi spiace piccolo mio, ma è ora di andare"-Sentenziò il certosino.
"Di già? oh va bene... Addio mamma, quando sarò diventato un vero spirito tornerò a trovarti, te lo prometto."
"Ed io ti aspetterò, piccino mio: anche se sarai invisibile per tutti gli altri, io drizzerò le orecchie e ti sentirò, perché una mamma porta sempre nel cuore i suoi piccoli."
"Adesso dobbiamo proprio andare" Disse Claus con voce rotta dalla commozione.
Madre e figlio si guardarono per l'ultima volta, fino a che una luce abbagliante avvolse Claus e Fuliggine, riportandoli dal mondo da cui erano venuti.
"Grazie infinite signor Claus! Sono felicissimo! adesso ho capito tante cose, non mi lascerò più scoraggiare! Sarò paziente, diligente e farò tutto quello che mi dice la maestra Twinkle, lo promett..."
Appena nominò Twinkle, Fuliggine sentì lungo la schiena un brivido di terrore: chissà com'era arrabbiata dopo la sua marachella, come minimo gli avrebbe dato una bella strigliata, o peggio, si sarebbe rifiutata di occuparsi ancora della sua istruzione, proprio adesso che desiderava ardentemente diventare uno spirito protettore! 
Claus comprese al volo quello che stava passando per la testolina nera del nostro piccolo amico; lo tenne per qualche istante sulle spine, ma poi lo rassicurò.
"Tranquillo piccolo! Non devi temere l'ira di Twinkle per questa volta! Sai, è stata proprio lei a parlarmi di te: mi ha detto che avevi grandi potenzialità ma poca fiducia in te stesso, così ha invocato il mio aiuto. Non ti sgriderà per stavolta, ma tu dovrai essere bravo e diligente da oggi in poi, e ascoltare tutto quello che ti dice. Non avere mai fretta di conoscere le risposte, arriveranno quando sarà il momento."
"Grazie ancora, grazie infinite, grazie di tutto!" Esclamò Fuliggine al colmo della gioia.
Il bel certosino iniziò a ridere e poi, muovendo la testa come a ritmo di musica gridò festoso :"Oh, oh, oh! E anche questa è fatta!"
"Oh, oh, oh!" Gli fece eco Fuliggine.
"Ora devo andare: la notte è lunga ed ho ancora tantissime cose da fare: desideri da realizzare e bambini da rallegrare! E' il mio lavoro, il più bello di tutti: sono lo Spirito di Natale!"


sabato 13 dicembre 2014

Fuliggine e lo spirito di Natale (seconda parte)


"Com'è possibile?" Trasalì incredulo il piccolo Fuliggine: "Anche lo spirito di Natale è un gatto?" 
"Non esattamente" Replicò senza tanto scomporsi Claus: "Vedi, piccolo mio, io sono uno spirito di livello superiore, non ho un aspetto ben preciso, posso adottare la forma che più mi aggrada ; di solito assumo quella di un arzillo, grassoccio e godereccio essere umano, tutto vestito di rosso e con una folta barba bianca: i bambini di tutto il mondo lo adorano! Ma se volessi potrei presentarmi come uno spiritello piccino, o addirittura come un'ombra spaventosa! Ho pensato che ci saremmo intesi meglio se avessi assunto l'aspetto di un gatto, e già che c'ero, ho scelto il colore grigio, come la tua mamma."
"Tu conosci la mia mamma?" Fece dubbioso Fuliggine
"Ma certo, come te lo devo dire che sono uno spirito di classe superiore? Anzi, per la cronaca sono tra i cinque spiriti più potenti in assoluto, non dico di essere il più grande per modestia..."
"Va bene, ho capito" -Lo interruppe Fuliggine-  "Sei un pezzo grosso"
"E tu sei un tipetto piuttosto impertinente!" - Esclamò serio il certosino; ma poco dopo, guardando il faccino di Fuliggine, gli scappò da ridere. -" Non importa, anche se sei un birbante, ti darò lo stesso il mio dono".
"Hai un dono per me?" -Chiese entusiasta Fuliggine:- "Oh, che bello! Grazie mille e scusami se ti sono sembrato irriverente, ma quando mi nominano la mamma divento scontroso: lei mi ha abbandonato, sai?"
"Insomma piccolo mio" Fece Claus con condiscendenza, come te lo devo dire che so tutto? E per la cronaca, tua madre ti voleva molto bene, e non ti ha mai abbandonato!".
"Mi scusi signor Claus, non dubito dei suoi poteri, ma su di me deve essere poco informato!" Rispose Fuliggine un po' stizzito.
"Invece ti sbagli: dal giorno in cui vi siete separati, tua madre non si è mai data pace ed ha continuato a cercarti. Ma quando finalmente ti ha ritrovato, ha visto che eri con dei bambini ed ha pensato che ti avessero adottato, come gli altri suoi cuccioli. La vita del randagio non è facile, quindi ha preferito rinunciare a te e lasciarti alla tua nuova famiglia, che ti avrebbe accudito di certo meglio di come avrebbe fatto lei."
"Dici davvero?"- Chiese Fuliggine con gli occhi lucidi e la voce tremante dall'emozione.
"Ovvio, io non mento mai! E il mio dono te lo dimostrerà! Preparati piccolo mio, si parte per un viaggio sulla Terra: andiamo dalla tua mamma!"
"Posso lasciare questo posto? Sai Twinkle mi ha detto..."
"Lo so"- Lo interruppe Claus- "solo gli Spiriti possono andare e venire da questo mondo all'altro; ma si dà il caso che oggi sia la Viglia di Natale, ed io sono più in forma che mai! Farti questo dono rientra tra i miei poteri. Perciò, tieniti forte piccolo mio: stai per intraprendere il tuo primo viaggio andata e ritorno tra i due mondi!"


domenica 7 dicembre 2014

Fuliggine e lo spirito di Natale - prima parte

Black Christmas Catby JacquiJax

 http://jacquijax.deviantart.com/art/Black-Christmas-Cat-89131705

 

 

C'era una volta un gattino, nero come la fuliggine, che scelse l'amore piuttosto che cedere al rancore, diventando uno spirito protettore. 
Vi ricordate di lui? Bene.
Questa storia inizia durante il periodo di addestramento del nostro Fuliggine nel regno degli spiriti; già, perché c'è sempre da imparare nella vita, e nel caso del nostro eroe, questo vale anche nell'altra vita.
Come ricorderete, il nostro amico tutto nero aveva deciso di diventare allievo di Twinkle, dolce spirito che appariva a tutti come una morbida e "fuffosa" gattina bianca, ma che si rivelò poi una maestra molto severa ed esigente.
Quando la storia che sto per narrarvi ebbe inizio, Fuliggine stava passando un momento difficile: aveva appena iniziato l'addestramento, ma non aveva alcuna fiducia in sé stesso, iniziava a temere di non essere in grado di sopportare i duri allenamenti a cui veniva sottoposto e che non sarebbe mai diventato lo spirito protettore dei suoi adorati piccoli amici come desiderava.
Soprattutto, era seccato dal fatto di non poter mai fare domande; quel regno tutto nuovo stuzzicava la sua curiosità, ma c'erano cose che non gli era concesso conoscere, o almeno "non ancora", come continuava a ripetere Twinkle.
Un giorno, stanco e sfiduciato, proprio non se la sentiva di  presentarsi all'appuntamento con la sua maestra, che tanto pretendeva ma così poco gli concedeva. Decise allora di bigiare e  andò a riposarsi sotto le fronde di un bell'albero, la cui chioma era composta da grandi e soffici nuvole.
"Forse sono ancora in tempo ad accettare la proposta di Joke e diventare uno spirito burlone" pensava tra sé, mentre si godeva la quiete dell'albero: "Joke inizialmente mi intimoriva, ma è sempre così divertente! E poi, son convinto che i suoi allievi non devono faticare tanto quanto me, uffa!". 
Con questo pensiero in mente, si addormentò (sì, proprio così: si dorme ovunque, anche nell'Aldilà, se lo si desidera!).
Al suo risveglio, qualcosa era cambiato: era tutto bianco, come al solito, ma faceva un gran freddo:
"Com'è possibile che io senta freddo? sono uno spirito, non credo sia normale" pensò Fuliggine.
All'imporvviso, gli parve di vedere una nuvola più scura, che si muoveva nella sua direzione; poco a poco, Fuliggine si rese conto che non era una nube grigia e, guardando più attentamente, scorse la figura di un bel gatto Certosino.
Appena lo vide, non poté fare a meno di pensare alla sua mamma, Perla: non era di razza, ma aveva un meraviglioso pelo grigio e lucido, proprio come il gatto che aveva di fronte. 
Intanto, il Certosino si faceva dappresso, fino ad arrivare ad un palmo da lui.
"S-s-salve" Mormorò un po' intimidito Fuliggine.
"Oh, salve!" rispose allegro e cordiale il Certosino. "Come stai piccolo mio? L' hai fatta grossa, te ne rendi conto?"
Fuliggine lo guardò stranito
"Non fare la faccia da angioletto, mio caro, so tutto: hai fatto una  bella marachella oggi, se non faccio qualcosa Twinkle andrà su tutte le furie e finirà col rompere i timpani a tutti noi con le sue urla stridule!"
"Ma chi sei tu?"
"Oh, oh, oh" Fece sornione il Certosino, muovendo al testa a destra e a sinistra, come se si stesse muovendo a ritmo di musica. "Mi hai riconosciuto adesso?"
"Veramente no" rispose candido il nostro micio nero.
"Già, hai vissuto per troppo poco tempo sulla Terra, non puoi conoscermi.Beh, poco male, ora mi presento: tanto piacere, piccolo mio, Io sono Claus, lo spirito del Natale"



lunedì 1 dicembre 2014

Mi dicono che sono infantile per denigrarmi: ma io mi ostino a considerarlo un complimento!

 Illustrazione di Giulia Lalli
http://giulal.deviantart.com/
https://www.facebook.com/GiuliaLalliArtBook


Sono infantile, e ne sono consapevole; eppure, non riesco a trovarla una cosa brutta!
So che molti  "pseudo-intellettuali" mi guardano con sufficienza perché amo il genere fantasy,la fantascienza,  anime e manga giapponesi e i super-eroi con super-problemi, soprattutto quelli della Marvel (non me ne vogliano i fan della DC Comics, ma i gusti son gusti!).
Se oso dire in ambienti "colti" che anche la mia tesi di Laurea si basava sui Supereroi Marvel, sulle traspoizioni cinematografiche e sul confronto tra linguaggio cinema e linguaggio fumetto, noto lo sguardo di questi pseudo-intellettuali riempirsi di compassione, commiserazione e condiscendeza, accompagnato dal classico, immancabile "ahhh...." carico di sufficienza.
Io non mi scompongo più di tanto, soprattutto perché, infondo, sono io a provare pena per loro: credo che certa gente sia talmente impegnata a guardare con superiorità il  prossimo da perdersi il lato bello della vita; sono convinta che, a furia di storcere il naso e ruotare gli occhi in segno di disgusto e commmiserazione, finiranno col rovinarsi la vista e non riusciranno mai a vedere più in là dei loro nasi.
Io invece ho un' indubbia dote, che può essere considerata, a scelta, un pregio oppure un difetto: sono riuscita a conservare la straodinaria capacità tipica dei bambini piccoli di emozionarsi, meravigliarsi, stupirsi anche per le piccole cose.
Credo che i miei occhi infantili abbiano la capacità di guardare oltre, e riuscendo a scorgere ciò che sfugge agli occhi dei suddetti intellettuali.