martedì 16 giugno 2015

Manca quel po' di zucchero e la pillola non va...

 

 Due immagini tratte dal film Disney "Mary Poppins" (1964) : Da sinistra gli attori David Tomlinson (Mr Banks) e Dick Van Dyke (Bert); in basso, ancora Mr Banks.
 Sotto Tom Hanks nei panni di Walt Disney in una scena del film "Saving Mr Banks" (2013).



Tempo fa, mentre ero persa nel mio tran tran giornaliero, riguardando per l'ennesima volta il meraviglioso film "Saving Mr Banks", mi sono ricordata di una discussione avvenuta qualche anno fa, nel corso di una Summer School di media education: ad ogni gruppo di lavoro fu assegnato un film, e bisognava trarne la "scena madre", quella che ritenevamo la più significativa. Purtroppo, Mary Poppins non fu assegnato a me, ma ad una mia collega, e lei individuò come scena madre il momento in cui Julie Andrews canta la canzone "A Spoonful of Sugar" - "Un poco di zucchero" rimettendo magicamente in ordine la stanza.
Durante il dibattito io criticai la scelta della scena, in quanto ho sempre ritenuto che la scena madre, il fulcro del film non sia il momento in cui Mary Poppins arriva e canta la sua canzone incitando all'ottimismo e al "chi ben comincia è a metà dell'opera". Ho sempre pensato infatti, che la scena più importante, quella che regge tutto il film sia il duetto tra Mr Banks e Bert, con la canzone "A Man Has Dreams (The Life I Lead / A Spoonful of Sugar), nella versione italiana "Manca quel po' di zucchero e la pillola non va".
La collega mi disse che il mio era solo un punto di vista, e che lei vedeva le cose diversamente, poiché secondo il suo criterio di giudizio, è più importante la lezione di ottimismo che offre Mary Poppins ai bambini, e che anzi il mio punto di vista era alquanto "negativo".
Da allora non avevo più pensato a quell'episodio, ma poi, ecco che arriva il film Saving Mr Banks come una risposta dall'alto del cielo, come se Pamela Lyndon Travers e Walt Disney in persona volessero intervenire nella discussione, anche se con un po' di ritardo, per darmi ragione.
Mary Poppins non è arrivata per salvare i bambini, che in un modo o nell'altro se la sarebbero cavata comunque, ma per salvare il padre, Mr Banks. Era lui ad aver bisogno di aiuto, poiché non vedeva più in là del suo naso, e rischiava di perdere il bene più prezioso: i suoi figli. Citando la canzone:
"Se un suo bambino sta piangendo, non ha mai tempo da sprecar per consolarlo e poi vedere gli occhi suoi brillar, perché il papà sa sempre cosa deve far. Lei pensa al suo tran tran giornaliero, tempo non ha mai da regalar. Ma tutto a un tratto scoprirà che  più non ha dei bimbi da poter viziar: Manca quel po' di zucchero e la pillola non va...".
Ed è proprio questo che sottolinea il film "Saving Mr Banks", un film meraviglioso, che consiglio a tutti, anche perché Tom Hanks interpreta il ruolo di Walt Disney splendidamente, a volte mi sembra quasi di vedere il vero Walt nella pellicola. Ritengo anche che nessun altro a parte Tom Hanks fosse in grado di interpretare un ruolo tanto importante e non solo per le fattezze fisiche, ma per lo spirito fanciullesco che emana da entrambi. Ho sempre amato Tom Hanks, ma ora che l'ho visto nei panni di Disney lo venero semplicemente.
La morale dei due film è che, il più delle volte, sono i genitori ad aver bisogno di essere salvati, poiché i bimbi crescono, il tempo passa e non lo si può più recuperare. Un messaggio importantissimo, la riscoperta dell'importanza del ruolo del padre, molto in voga negli ultimi anni, dato che per lungo tempo si tendeva a pensare esclusivamente alla madre quando si pronunciava la parola "genitore".
Inoltre, concedetemi un'ultima divagazione su "Saving Mr Banks" e su un personaggio, probabilmente di pura fantasia, ma che trovo l'incarnazione dello "spirito Disneyano", un uomo che vede sempre il mondo con gli occhi di un bambino, carico di energia positiva ed amore per ogni cosa bella: mi riferisco all'autista Ralph, interpretato da Paul Giamatti. 
Lo trovo semplicemente adorabile: la scena più bella è quella in cui la Travers, interpretata da una glaciale Emma Thompson arriva ad Hollywood, ed appare altamente seccata dall'ottimismo, la gentilezza e l'entusiasmo che l'autista sprizza da tutti i pori. Le prima frase che Ralp le rivolge è :
"Ha visto, c'è il sole!"
Come ad indicare che l'intera città degli angeli, con quei salubri e benefici raggi solari volesse darle il benvenuto: insomma, era come se fosse Pamela ad aver invocato il sole con la sua sola presenza.
Ma la Travers, convinta che ogni parola proferita dal povero autista sia un'assurda sciocchezza ad un certo punto tenta di zittirlo:
"Preferirei essere responsabile della pioggia."
"Oh, che tristezza!"
"E' inesatto come stato d'animo...La pioggia porta la vita!
"Anche il sole!"
La cosa bella è che, ancor prima che l'attore pronunciasse la sua battuta, dalla mia poltroncina del cinema avevo dato la stessa risposta: Anche il sole. Perché è così che ragiona un vero "Disneyano":  vedere sempre il lato allegro e spensierato della vita, prestando sempre orecchio al "Fanciullino" di pascoliana memoria, che troppo spesso gli adulti tendono a non ascoltare.
I Film Disney in generale e questi due in particolare ci esortano ad ascoltare sempre il bambino che c'è in noi, e ad amare le cose belle, anche quando la vita ci costringe a crescere in fretta ed a fare i conti con la dura realtà. Anzi, è proprio allora che abbiamo bisogno di rifugiarci nel nostro bambino interiore, e riprendere a giocare col nostro aquilone.
Adoro gli aquiloni, mi fanno tornare in mente in un colpo solo il bellissimo finale di Mary Poppins, la struggente quanto meravigliosa poesia di Giovanni Pascoli e il mio adorato nonno; a proposito, è di certo un caso, ma mio nonno si chiamava Raffaele, che tradotto in inglese sarebbe Ralph, e per giunta somigliava fisicamente a Walt Disney: le meravigliose coincidenze della vita.