lunedì 27 aprile 2015

La finestra sulla mia anima



Immagine dal web. Artista :Akemi Takada


Ho sempre pensato che la scrittura fosse una sorta di finestra sull'anima.
 Credete che la fiaba di Fuliggine, i "pensieri in libertà" , le "pseudorecensioni" e tutto il resto possano essere concepiti da una mente malvagia? La mia scrittura parla per me, è la migliore arringa difensiva da usare contro chi vomita cattiverie sul mio conto. E purtroppo sono in molti. Ma per fortuna c'è chi segue questo blog, mi incita a continuare nonostante le avversità e mi dà coraggio. Poiché nella vita, anche le cose brutte capitano per una ragione, e se incontriamo chi ci fa del male è solo per imparare, per crescere come persone.
Presto pubblicherò la fine della fiaba lasciata in sospeso, "Peppino e la bella Elvira" ed un racconto breve, che spero possa emozionarvi e commuovervi. Continuate a seguirmi e scusate se vi faccio attendere molto tra un post e l'altro! 

lunedì 20 aprile 2015

Il "buon" mugnaio Antonio...

La pubblicità fa parte dei mezzi di comunicazione di massa esattamente come il cinema, la televisione, il fumetto e via discorrendo.
Spesso si tende a classificarla tout court come qualcosa di cattivo gusto, un mero espediente che ha come unico fine persuadere, con ogni mezzo, il malcapitato utente ad acquistare il prodotto pubblicizzato. Il che è assolutamente vero, ma ciò non toglie che anche la pubblicità può essere una forma d'arte, quando è realizzata da validi professionisti in grado di unire l'interesse dell'azienda al buon gusto, non limitandosi a lanciare messaggi banali e semplicemente persuasivi, ma proponendo contenuti in grado di offrire ai fruitori uno spettacolo godibile e denso di significato. Esiste addirittura una sorta di "festival", THE INTERNATIONAL RANDPRIX ADVERTISING STRATEGIES , in cui si assegnano premi alle migliori pubblicità dell'anno,  che ha lo stesso valore di un Emmy per la televisione o di un Oscar per il cinema.
Ora, chi segue da tempo il mio blog, sa che cerco sempre di proporvi il mio punto di vista in modo tagliente e divertente. Non voglio tediarvi parlando di pubblicità particolarmente rilevanti da un punto di vista estetico, né soffermarmi sulle splendide pubblicità di "Carosello"; piuttosto, preferirei cercare di strapparvi un sorriso proponendovi il mio punto di vista sulle recenti pubblicità del Mulino Bianco, che hanno come protagonista Antonio Banderas.

 Antonio Banderas e la gallina "Rosita" in una recente pubblicità del Mulino Bianco - Barilla

 
il piccolo mugnaio bianco, protagonista delle pubblicità del Mulino Bianco negli anni 80.


Per correttezza devo fare una premessa: credo che la campagna pubblicitaria che vede protagonista Antonio Banderas sia inferiore come qualità e contenuti solo a quella del Piccolo Mugnaio Bianco degli anni 80.
La pubblicità degli anni 80 rappresenta un vero e proprio gioiello, quei brevi corti animati, il minuscolo innamorato che non riesce mai a farsi notare dalla sua bella Clementina: una trovata geniale, una delle migliori pubblicità italiane in assoluto. 
Quando il piccolo Mugnaio fu sostituito dall'allegra famigliola, che vive in un mulino isolata dal mondo, dove sono sempre tutti di buon umore, la mammina si alza alle 4 di mattina per riscaldare le brioches ai pargoli e dà un bacio al marito che va a mantenere tutti mentre il nonno aggiusta le biciclette in garage, ho provato una tremenda sensazione di fastidio per tutta quella falsa e nauseabonda famiglia perfetta e felice; credo mi siano anche venute 3 o 4 carie, non perché comprassi più merendine, ma per tutto lo zucchero che la famiglia perfetta spargeva dal televisore!
Invece con l'arrivo di Antonio Banderas ho finalmente ripreso a sorridere guardando le pubblicità del Mulino Bianco. Non più famigliole false e fastidiose, ma finalmente un pezzo di Marcantonio che nonostante gli anni è sempre un gran bel vedere, con quella voce inconfondibile e quell'aspetto che mi fa tremare le gambette, per di più tutto sporco di farina che prepara pane e biscotti, passeggia sotto la pioggia togliendosi la maglietta ma lasciando la bianca canottiera che diventa trasparente e che per giunta ama gli animali e parla con loro: ma cosa volere di più dalla vita? Vederlo nelle vesti di mugnaio ai miei occhi lo rende più sexy, non meno virile! Anche perché, gli anni passano e non potrà essere "Zorro" per sempre!
Ho sentito molti lamentarsi e irridere le sue conversazioni con la gallina Rosita, e non ne vedo la ragione: cosa c'è di male a parlare con una gallina? Anche io parlo con gli animali, specialmente con gatti e piccioni, e loro mi ascoltano, sapete? Sarà un tratto ereditario, poiché mi hanno raccontato che la mia bisnonna parlava sempre con la sua gatta e con la sua gallina, che era per lei ben più di un semplice animale da cortile: la metteva in grembo e le raccontava la sua giornata, le sussurrava i suoi segreti, erano tenerissime! Avrei tanto voluto conoscere questa bisnonna, saremo andate di sicuro d'accordo, e scommetto che il bell'Antonio sarebbe piaciuto anche a lei. Ma almeno ho conosciuto mio nonno, l'uomo migliore del mondo, il più dolce della terra, che parlava con i cani e con i piccioni, a cui preparava il pappone di latte: erano diventati talmente amici che mangiavano direttamente dalle sue mani. Verrò da una famiglia "strana, atipica", ma ne vado fiera!
Inoltre trovo le "conversazioni" tra Antonio e Rosita particolarmente gradevoli; mi è rimasta impressa la frase "Non accontentarti di un Galletto qualunque", uno splendido doppio senso, in cui Galletto sta ad intendere sia il biscotto pubblicizzato che il galletto spocchioso, che fa soffrire e "sospirare" la povera Rosita. Credo possa essere un bel messaggio anche per le ragazzine, un invito a non concentrare le proprie attenzioni sul ragazzo sbagliato, a non accontentarsi e cercare "quello giusto" (o "quella giusta", perché il discorso vale anche per i maschietti!).
Il doppio senso misto ad un po' di malizia è tipico di tutte le pubblicità, è voluto, eppure mai volgare.
Paragonerei le pubblicità di Banderas ai cioccolatini al peperoncino: a tratti dolci, ma fondamentalmente molto, ma molto piccanti! Cosa che ha notato il bravissimo comico Maurizio Crozza, che ci ha offerto delle imitazioni meravigliose del bell'Antonio al mulino! E' proprio questa malizia mal celata ma che non trascende mai nello squallido a rendere queste pubblicità meravigliose! Certo, il Piccolo Mugnaio Bianco era meglio, ma dato che non si può tornare indietro, mi godo l'attuale "mugniaio  bello e goloso" .



venerdì 3 aprile 2015

In quel mio mondo ideal...



 illustrazione di Elisabetta Giulivi
(Colore in polvere, matite e acrilico bianco)
https://www.facebook.com/BettaFlyElisabettaGiulivi?fref=photo

 
Alice nel paese delle meraviglie è senza dubbio la mia fiaba preferita.
Sono una che crede prepotentemente nelle fiabe, sapete? In quelle che scrivo, ma soprattutto nei grandi classici, senza aver letto i quali, sicuramente oggi non sarei qui, né tantomeno esisterebbe questo blog!
C'è sempre un messaggio profondo in ogni fiaba, un messaggio da decifrare, da comprendere che ci svela un modo per interpretare il mondo, che poi crescendo possiamo anche mettere in discussione, naturalmente.
Tutte le fiabe insegnano che le difficoltà esistono, ma che possiamo superarle, che se si rimane fedeli a sé stessi si è dei vincenti, e che proprio quando tutto sembra perduto, tutto può cambiare da un momento all'altro.
Sì, io ci credo ancora, devo crederci, poiché il giorno in cui smetterò di credere e di sognare, avrò smesso anche di vivere.
Senza sogni si sopravvive, i sogni ci premettono di vivere.
Non sono certo una che si accontenta di sopravvivere: io voglio vivere, restando fedele a me stessa, anche se questo a volte, significa sentirmi sola. 
Mi sento spesso frustrata e spaesata, proprio come si sentiva Alice nel paese delle meraviglie: eppure quello doveva essere il suo mondo ideale, soprattutto nella versione Disneyana, che pur discostandosi un po' dall'originale, credo sia riuscita a cogliere bene l'essenza della protagonista. Invece, niente è sotto il suo controllo: continua a crescere, poi rimpicciolisce, e poi cresce di nuovo, in un vortice di eventi che non sa come fermare, e soprattutto dal quale non riesce mai a sottrarsi. Chi non si è sentito così, almeno una volta nella vita?
Ma Alice ci insegna a mettere sempre tutto in discussione, a non soccombere al potere costituito e soprattutto a non accettare come dogmi le idee che i potenti vogliono imporci: forse è addirittura meglio avere poche idee sincere, nate dalla nostra mente che una testa piena soltanto di idee altrui.
Il mondo è un posto complesso e difficile da decifrare, e per capirci qualcosa prima di tutto dobbiamo imparare a conoscere noi stessi, come ci ricorda il Brucaliffo, che ci ripete in continuazione "Tu chi sei?". Se non siamo in grado di rispondere alla domanda del Brucaliffo, non possiamo rispondere a nessun'altra domanda, né siamo in grado di intraprendere un percorso che dia significato alla nostra esistenza.
Bisogna trovare la propria strada, senza seguire a tutti i costi le orme di qualcun'altro, come ci ricorda lo Stregatto, quando Alice gli chiede indicazioni:
"Tutto dipende da dove vuoi andare."
"Oh beh, veramente importa poco, purché io riesca..."
"Beh, allora importa poco che strada prendi!"
(Dialogo tratto dal film Disney Alice nel paese delle meraviglie).
 E quando Alice finalmente decide di cercare la sua strada, ecco la tiranna, anzi la "grassa, pomposa, bisbetica vecchia tiranna" (Cit. Disney) pronta a ricordarle che lei non può avere una sua strada, perché "Tutte le strade appartengono alla regina". 
Nella fiaba originale di Lewis Carroll, la ribellione di Alice è ancora più profonda, inizia già quando incontra la duchessa con la sua cuoca, per la quale la minestra non ha mai abbastanza sale.
Alice rappresenta il percorso di crescita che ognuno di noi ha dovuto intraprendere: la voglia di evasione, la ricerca di sé e della propria strada, la consapevolezza del mondo reale, da cui però ogni tanto è bello fuggire, per rifugiarsi ancora, con la propria fantasia, nel paese delle meraviglie.