domenica 5 ottobre 2014

Le "Bambine Arrabbiate"


 






Nella storia del fumetto troviamo le più svariate categorie di personaggi femminili:Femmes Fatales , Donne angeliche, ragazze innamorate, povere orfanelle, mogli petulanti e chi più ne ha più ne metta.
Ma le mie preferite sono senza ombra di dubbio  “le bambine arrabbiate”.
 E quando si parla di bambine arrabbiate e scorbutiche, il primo pensiero va a lei,  Lucy Van Pelt, piccola amazzone che come arma adopera una pungente ironia, e un pizzico di prepotenza.
Umberto Eco scrive di lei : “perfida, sicura di sé, imprenditrice a profitto sicuro, pronta a smerciare una sicurezza del tutto fasulla". Il suo motto è: ”oggi c’è una maniera sola per sopravvivere: calpestare gli altri prima che ti calpestino”.
Il personaggio di Lucy, è indubbiamente il più irritante : è una prepotente che esercita il suo potere su succubi ragazzini, in particolare il fratellino Linus e il povero Charlie Brown; tuttavia, non ho mai potuto fare a meno di chiedermi: sarebbe risultata altrettanto odiosa se invece di usare la sua forza di spirito contro i maschietti si fosse scagliata contro le altre ragazzine del gruppo? ”Lucy sembra impegnata costantemente nella distruzione morale di tutti i maschietti delle strisce dei Peanuts, , anche del patetico Charlie, che lei si ostina a chiamare testa rotonda. Quando poi non riesce a spuntarla con l’inganno e la furbizia, ricorre a grida isteriche e a scenate terrificanti, facendo compiere ai suoi interlocutori veri salti mortali” (Cit.)
 Completamente diversa da Lucy è il maschiaccio Piperita Patty, il personaggio femminile dei Peanuts che preferisco in assoluto: una bimbetta dai capelli arruffati , tutta lentiggini e un grosso naso, che passa la maggior parte del suo tempo a tirare calci e pugni ai maschietti; è il capitano di una squadra di baseball “imbattibile”,  bravissima nel gioco del football, che cerca invano di insegnare alla sua amica del cuore, la secchiona e occhialuta Marcie, sua fan numero uno,che la vede come un mito e la chiama capo.
Piperita si rifiuta di ammetterlo, ma ha una cotta per Charlie Brown, evidentissima  a tutti tranne che al diretto interessato, come accade sempre anche nella vita reale! A peggiorare ulteriormente la situazione, c’è la misteriosa ragazzina dai capelli rossi, di cui Charlie Brown è pazzamente e pateticamente innamorato, la “bella e impossibile” che ovviamente non lo corrisponde, fosse solo per il fatto che è a stento consapevole dell’esistenza di questo sospirante spasimante.  
Questa situazione provoca nella povera Patty una grande  frustrazione: nelle poche occasioni in cui si sforza di essere romantica, si trova di fronte un muro, si vede trattata come un amico maschio nel migliore dei casi, il che la porta ad agire in certi casi con aggressività, lasciando sempre interdetto l’ingenuo Charlie, che si limita a commentare l’accaduto con un vago “Sigh!” o al massimo con un commento del tipo “devo averla fatta grossa stavolta”. Puoi giurarci che l’hai fatta grossa amico, vorrei potergli gridare!
Patty sa di non essere femminile e attraente, l’amore non ricambiato le provoca una serie di complessi, in particolare per via del suo “naso grosso” e per il fatto di essere sempre scambiata  per un ragazzo; tuttavia non cambia la sua personalità né fa nulla per migliorare il suo aspetto: non tradisce la sua natura per amore o per rientrare nei canoni estetici che la società impone alle  bambine.
Lei è diversa, non è come le altre, tutte intente nell’arte di piacere e compiacere i ragazzi; al contrario, Piperita non solo non cambia aspetto e personalità per adeguarsi ai canoni vigenti e conquistare il beneamato “Ciccio”, ma non perde occasione  per e batterlo a baseball, cosa che accade puntualmente ad ogni partita. Resta fedele a sé stessa e al suo modo di essere, pur soffrendo, di tanto in tanto, per la sua mancanza di femminilità e per il suo “naso grosso”.
L’amore, quindi, pare essere il solo punto debole delle “femministe oltranziste” presenti in questo fumetto.
Persino la terribile Lucy infatti ha un tallone d’Achille : l’idillio, ovviamente non corrisposto, per il pianista Schroeder: ”Lucy,in un certo senso, patisce le contraddizioni di tante femministe vittime dell’amore per artisti scostanti e intellettuali ,egocentrici e maschilisti”(cit) .
In contrapposizione alla figura dell’erede del matriarcato Lucy Van Pelt, troviamo l’argentina Mafalda, sempre arrabbiata ,che contesta il mondo, i suoi genitori, la miseria, la guerra e l’espansione demografica. E’ scettica e non crede in nulla , neanche nella buona volontà di pace degli uomini. Odia il razzismo, l’ipocrisia del potere, la massificazione, l’eterodirezione e i mass media che la bombardano continuamente.
Diversa sia dalla matriarca tecnologia Lucy che dal maschiaccio Piperita Patty, Mafalda rappresenta la “donna impegnata”che si occupa di politica, si preoccupa e si fa carico dei problemi del mondo, adorabile quando cerca di curare un mappamondo con delle bende perché “c’è sempre qualcosa che gli fa male”: si preoccupa della sua cultura e vuole diventare colta per occupare una posizione importante nella storia.
Non si spiega perché la mamma non esca mai di casa, si arrabbia quando il suo papà non vuole dare risposta alle sue domande perché è ancora troppo piccola, non capisce perché le donne non possano avere ruoli dominanti nella storia.
L’elemento fondamentale del personaggio di Mafalda è la sua ironia dissacrante,completamente diverso dal sense of humor presente nei Peanuts, quei bambini che parlano e agiscono come adulti in miniatura, in un mondo in cui dei veri adulti non c’è  traccia, poiché se pure sono presenti, come nelle vignette ambientate a scuola, non li vediamo né li sentiamo, intuiamo solo la loro presenza dai discorsi dei bambini.
Invece Mafalda, pur affrontando temi molto importanti, resta sempre una bambina, dalla mostruosa superiorità intellettuale, ma pur sempre una bambina, che anche se sola in un mondo che lei non comprende,riesce a mettere alle strette gli adulti e i loro stereotipi(compreso quello femminile).

Brano tratto dalla mia tesi di laurea.


Citazioni dal testo di R.Laterza, M.Vinella "Le donne di carta - personaggi femminili nella storia del fumetto"  Immagini di "Peanuts"(Shultz) e Mafalda(Quino) dal web

Nessun commento:

Posta un commento