mercoledì 18 marzo 2015

Malinconia


 Glicine - pittura ad olio di Gabriella Piazzolla http://www.gabriellapiazzolla.it/


Oggi ho saputo che è morto un signore che somigliava tanto a mio nonno: viveva nel mio stesso palazzo, lo incontravo spesso nell'androne, e quando accadeva mi si riempiva il cuore di un misto di gioia e tristezza, nostalgia ed armonia, malinconia...
 Gli somigliava nei modi gentili e delicati, nel portamento provato dal dolore ma che non è mai stato piegato dalle avversità della vita, un volto luminoso e sempre sorridente, i  baffetti d'argento e gli occhi chiari e puliti : un vero signore, un uomo d'altri tempi, un cavaliere insomma!
Mi ricordava tanto il nonno, e so che quando lui mi incontrava provava un sentimento simile, poiché durante il terremoto perse una nipotina di pochi mesi, che oggi avrebbe avuto all'incirca la mia età. Eravamo uniti da un legame fatto non solo di dolore, ma dalla consapevolezza che la vita continua ed è più forte della morte.
Ora provo uno strano dolore, come se mio nonno fosse morto di nuovo...

domenica 8 marzo 2015




Felice serata a tutti/e!
In occasione della giornata internazionale della donna ho il piacere, l'onore e l'onere di annunciarvi che presto, se la musa dell'ispirazione non mi abbandonerà, verranno alla luce ben due romanzi, con due protagoniste completamente diverse tra loro, che considero le mie prime figlie! parteciperanno a dei concorsi letterari, quindi dovranno restare nel più assoluto anonimato per i prossimi mesi! Se credete in me e nelle mie capacità, incrociate le dita e continuate a seguire il blog, anche se verrà aggiornato con meno frequenza per ovvi motivi!
Grazie a tutti,
Iolanda

venerdì 6 marzo 2015

Anna Karenina: quando la diegesi diventa mimesi

 
 Keira Knightley nei panni di Anna Karenina (Immagine da Wikipedia)

 

 Ho appena visto il film del 2012 Anna Karenina: meglio tardi che mai! La trama del romanzo non mi ha mai entusiasmato, indi mi son tenuta lontano dalle sale cinematografiche: mai commesso errore di valutazione più grande! 

Anna Karenina è una donna che scandalizza, che scuote, che non si arrende. Una donna che non vuole solo vivere la sua passione, ma pretende di viverla alla luce del sole e di essere accettata, di poter camminare a testa alta, di continuare con la vita di sempre: andare a teatro, mostrarsi liberamente in pubblico e non comprende l'atteggiamento di chi la biasima, di chi non l'accetta, di chi vive nell'obra. E' una donna che anela alla libertà di scelta in un epoca in cui alle donna non era concessa libertà alcuna. Una donna che lotta, che rompe schemi e regole ma che allo stesso tempo è consumata dalla passione, dalla gelosia, da un amore che diventa ossessione e che alla fine la distrugge. Una donna tanto forte eppure tanto fragile, dalla personalità tormentata, a tratti oscura, dilaniata dal desiderio di libertà e dalla sua idea di amore romantico e impossibile.

Mi sorprende che tra i numerosi premi non ve ne siano stati per la sceneggiatura, da cui sono rimasta estremamente colpita: solo nomination  European Film Awards  e Satellite Awards 2013:  nessuna soddisfazione dunque per l'incompreso Tom Stoppard, numerosi riconoscimenti solo ai costumi e alle scenografia in altri festival.
Partendo dalla premessa che non mi è mai piaciuta la storia di Anna Karenina, il fatto di essere rimasta attaccata allo schermo televisivo la dice lunga su quanto io abbia apprezzato questo film; certo , ho dovuto superare un po' di shock: guardare il mio "Mr Darcy"(
Matthew Macfadyen) nei panni del baffuto e buffone fratello di Anna, il "pischello" eroe imbranato di "Kick-Ass"(Aaron Taylor-Johnson) nei panni del seduttore ed uno stempiato e occhialuto Jude Law nei panni del sant'uomo cornuto e mazziato è stato un po' "strano": ma Keira Knightley è stata come sempre all'altezza delle mie aspettative.

Un grande cast per una visione estatica: la costante apparizione tra una scena e l'altra delle ruote del treno in movimento, a ricordarci  la folle quanto inevitabile corsa verso la rovina che l'eroina ha intrapreso nell'istante in cui è uscita dai binari delle regole che la imprigionavano, in cerca di una libertà impossibile da raggiungere,  i continui riferimenti al teatro, alla finzione, alla mimesi, espressione tipica del linguaggio teatrale, quanto la diegesi lo è di quello cinematografico.

La diegesi si fonde con la mimesi, come la ragione con la follia e il sentimento con l'ossessione.