sabato 15 aprile 2017

...E vissero felici, brutti e contenti!



Disney e Dreamworks sono al momento i due migliori studios di animazione made in U.S.A. , e in quanto rivali si caratterizzano per due stili di narrazione totalmente differenti ma ugualmente efficaci: si potrebbe dire che lanciano messaggi simili ma partendo da punti di vista opposti.
Mi soffermerò prima o poi sulle differenze tra le due majors, sia dal punto di vista della forma che del contenuto del messaggio veicolato, ma per il momento vorrei soffermarmi sulla saga cinematografica che ha forse connotato e definito lo stile Dreamworks, graffiante ma allo stesso tempo commuovente: mi riferisco alla saga in verde, quella dell'orco Shrek.
Il primo capitolo della saga di Shrek ha fatto da apripista ai film d'animazione "politicamente scorretti"; viene finalmente abolita l'idea del cinema d'animazione rivolto esclusivamente ai bambini, anzi il target di riferimento è prevalentemente un pubblico di adolescenti e adulti, che ben conosce le fiabe tradizionali e quindi in possesso degli strumenti cognitivi che permettono di cogliere tutta l'ironia della parodia.
Sherk fu il primo film d’animazione completamente fuori dagli schemi, che propone un capovolgimento dei ruoli stabiliti dalle fiabe, in cui il protagonista non è un prode cavaliere, ma un orrido, putrescente e burbero orco, che un bel giorno trova la sua adorata e fetida palude invasa dai personaggi delle fiabe, perseguitati dal perfido Lord Farquaad; partito con la sola intenzione di riappropriarsi della sua palude e della sua privacy, l’Orco si ritrova a salvare la principessa Fiona, rinchiusa in una Torre sorvegliata da una tremenda Dragona, con l’aiuto non di un fiero destriero, ma di un Ciuchino parlante e petulante. Ma in questa fiaba sui generis niente è come sembra, neanche la principessa:
"Di notte in un modo, di giorno in un altroQuesta sarà la norma, finché non riceverai il primo bacio d’amore. Allora avrai dell’amore la forma."
Così, dopo una serie di mirabolanti dis-avventure e malintesi, alla fine la principessa si innamora dell’orco, trasformandosi lei stessa un’orchessa (la trasformazione è una vera e propria parodia de “la bella e la bestia” Disney).
E così , vissero tutti felici e contenti…anzi, felici, brutti e contenti! E mai dimenticare il messaggio più importante: gli orchi sono come le cipolle: hanno gli strati! Quindi non fermatevi mai alle apparenze, potrebbero ingannarvi.
Un tale successo di pubblico non poteva che avere un sequel, Shrek 2, che riesce a mantenere viva l'essenza del primo film, approfondendo gli aspetti della vita di coppia e il rapporto con la famiglia d'origine. 
Proprio quando sembra che la vita del nostro eroe/antieroe stia per prendere una bella piega, ecco che arrivano i primi problemi coniugali: la famiglia della principessa non è affatto contenta della sua trasformazione definitiva in orchessa, specialmente il re di Molto molto lontano la prende male, forse un po' troppo male. In realtà il re nasconde un terribile segreto: un tempo era un semplice Ranocchio, trasformato in principe dalla pozione per sempre felici e contenti” offertagli dalla Fata Madrina, che si rivelerà un'arrivista spietata e senza scrupoli: fu lei infatti la vera artefice della maledizione che colpì Fiona da bambina, e questo solo per dar modo a suo figlio, il principe Azzurro, di salvarla e diventare re.
Madre e figlio faranno di tutto per liberarsi dell’orco, persino assoldare il più temibile dei sicari: il Gatto con gli stivali. Ma il felino finirà col tradire i mandatari e si schiererà con l’orco, per aiutarlo a riprendersi la sua Fiona.
Fallito l'omicidio, la fata madrina ricorre all'inganno, offrendo a Shrek la pozione per sempre felici e contenti”, in grado di trasformare l’orco in un fusto dai capelli scuri e Ciuchino in uno splendido cavallo bianco, col crine al vento.
Ma la magia sarà definitiva solo quando avrà baciato la sua Fiona, in modo che entrambi possano vivere per sempre belli, felici e contenti. Azzurro ne approfitta e si spaccia per Shrek, cercando di baciare la principessa, che però non si lascia ingannare dal vanitoso e presuntuoso principe.
La mezzanotte sta per scoccare, Fiona e Shrek si sono ritrovati, basterebbe un bacio per rendere definitivo l’effetto della pozione “per sempre felici e contenti”. Ma a quel punto la principessa sceglie di restare un’orchessa e di vivere nella palude col suo amato, perché sono già felici e contenti, non serve ricorrere alla magia.
In Shrek terzo  il re, che ha ripreso definitivamente la sua forma di ranocchio, sta per morire, ma Shrek non se la sente proprio di diventare re; occorre quindi trovare un nuovo erede al trono, e nella linea di successione, subito dopo Fiona, c’è il giovane Artù. E così Shrek con le sue immancabili spalle Ciuchino e Gatto, parte alla ricerca del giovane, un pavido ragazzino vittima di bulluismo, per comunicagli che sta per diventare re. Intano Azzurro medita vendetta, e convince tutti i cattivi delle Fiabe a ribellarsi e impossessarsi del regno di Molto molto lontano, perché anche i cattivi hanno diritto al lieto fine.
Ma i guai sono appena cominciati : Fiona è incinta, e Shrek ha paura delle nuove responsabilità di padre; come se non bastasse, anche Artù, detto Artie si fa prendere dal panico, convinto di essere inadatto al ruolo di re.
Sarà uno stralunato Merlino ad aiutarli a guardarsi dentro ed affrontare le loro paure.
Al loro rientro nel regno di Molto Molto lontano scopriranno che  Azzurro ha preso il potere, fatto prigioniere Fiona, la regina e tutte le principesse delle fiabe ed è pronto ad uccidere Artù, ma Shrek interviene, ferendo i sentimenti del ragazzo pur di salvargli la vita, e offrendosi come prigioniero al suo posto.
Toccherà alle principesse stavolta salvare tutti anziché essere salvate: assistiamo qui alla prima vera scena femminista in un film d'animazione:  Biancaneve, Cenerentola, la bella addormentata bruciano i loro reggiseni, e aiutano Fiona a trovare Shrek,  combattendo per riconquistare il regno; alla fine però sarà Artie   a riportare la pace, convincendo i cattivi a fare marcia indietro, con uno splendido discorso degno di un re:
“Solo perché la gente ti tratta da malvagio, o da orco, o da sfigato, non vuol dire che tu lo sia: la cosa che importa di più è quello che pensi di te stesso. Se c’è qualcosa che davvero vuoi o qualcuno che davvero vuoi essere, allora l’unica persona che ti è di ostacolo sei tu!”
Il capitolo finale Shrek – e vissero felici e contenti chiude la saga in maniera strepitosa. Anche questo film comunica una splendida morale: spesso diamo per scontato ciò che abbiamo e non ci rendiamo conto che abbiamo tutto per essere felici.
Esasperato dalla vita coniugale, Shrek firma un contratto con  Tremotino: in cambio di un giorno della sua vita, il malvagio folletto gli permetterà di vivere un giorno da orco, come ai vecchi tempi, prima della famiglia. Ma il giorno che prende Tremotino è il giorno della nascita di Shrek, per cui Shrek non è mai nato,  Fiona non è mai stata salvata ed ha lasciato da sola la torre, diventando il capo degli orchi ribelli che si oppongono al tiranno Tremotino, autoproclamatosi re. Solo il bacio del vero amore può rompere il contratto, quindi Shrek dovrà fare di nuovo innamorare Fiona in meno di 24 ore. Ovviamente tutto andrà a finire bene: Shrek tornerà alla sua vecchia vita ed imparerà ad apprezzare le piccole gioie della quotidianità, che prima gli sembravano un peso.
Insomma, la morale è sempre la stessa, il bene trionfa, ma ci invita a guardare attentamente attraverso gli strati prima di definire cosa è bene e cosa è male; ma soprattutto  ricordate sempre: se gli orchi hanno gli strati come le cipolle, allora le fiabe sono come gli orchi: hanno gli strati!

domenica 9 aprile 2017

Orgoglio curvy e prova costume



fonte immagine
http://zelmarr.deviantart.com/art/Luscious-Polkadots-161037555

Ad aprile inoltrato, il tormentone della "prova costume" s'impenna: improvvisamente, tutti si ricordano di aver mangiato troppo durante le vacanze di Natale e a Carnevale, e iniziano il conto alla rovescia per perdere i chili in eccesso. Il picco massimo si raggiungerà dopo la mega- abbuffata  Pasquale, ma già adesso iniziano i primi mormorii.
Se non sono l'unica ad alzare gli occhi al cielo ogni volta che nel web leggo status di gente che si accorge improvvisamente di essere in sovrappeso, cliccate "divertente" o "interessante" alla fine del post, saprò di essere una di voi!
Personalmente, credo di aver scoperto il segreto per superare ogni anno senza trauma la prova costume: provate un costume, se non vi va... prendetelo una taglia più grande! facile no?
Scherzi a parte, so bene di non essere un fuscello, so di aver peccato durante le feste e so che non entrerò nel mio prendisole preferito quest'anno (ma c'è sempre l'anno prossimo).
Quelle come me un tempo venivano chiamate “maggiorate fisiche” o “pin up”;  oggi invece va di moda il termine Curvy : tradotto letteralmente significa “prosperosa”, caratteristica femminile che pare stia tornando di moda.
Avrete sicuramente sentito parlare di “Orgoglio Curvy” , una vera e propria esortazione non solo ad accettare, ma ad essere fiere del proprio corpo, se pur non esattamente filiforme.
Molti maligni sono convinti che questo atteggiamento di amore verso il proprio corpo sia solo una scusa per abbuffarsi, ingrassare, lasciarsi andare fino a sfociare nell’obesità e nei problemi di salute che essa comporta: mi pare ovvio che, un movimento nato per combattere il fenomeno dilagante dell’anoressia, non possa certo esortare a passare da uno stato di malessere all’ altro.
Altri ancora sostengono che chi proclama con fierezza il suo “orgoglio Curvy” intenda denigrare le normopeso, senza capire che essere felici di ciò che si è non implica sminuire il prossimo, e chi lo fa è soltanto un idiota complessato, che cerca di fare male agli altri nel tentativo di sentire meno il suo dolore e dimenticare i suoi difetti.
Forse sono "fuori posto" nello schema mediatico e sociale che ci viene imposto, eppure sono sempre riuscita a vivere una vita serena, pur avendo un giro vita un tantino più largo della media. Poi, sinceramente, non vedo tutta questa necessità di dimagrire ad ogni costo: si può ingrassare per una miriade di motivi, clinici e/o psicologici, e si può dimagrire come reazione ad un malessere interiore o iniziando la cura giusta, col proprio medico, ma lasciarsi ossessionare dell'imminente arrivo delle vacanze estive, la fretta di entrare in una determinata taglia entro giugno, l'ansia che si trasforma in ossessione per la "prova costume", resta per me un mistero della fragile mente umana.
Vorrei concludere con una citazione di Joanne Kathleen Rowling, l’autrice di Harry Potter :
 “Grassa di solito è il primo insulto che una ragazza rivolge a un’altra quando vuole ferirla; ricordavo di averlo visto succedere sia quando andavo a scuola sia tra le adolescenti. Così ho ricordato com’è strano e malsano l’insulto grassa. Voglio dire, grassa è davvero la cosa peggiore che possa essere una persona? Essere grassi è peggio che essere vendicativi, gelosi, superficiali, vanitosi, noiosi, o crudeli? No, per me no... ma del resto, che ne so io delle pressioni sociali sulla magrezza? (...) Si tratta di quello che le ragazze vogliono essere, di quello che suggeriscono loro di essere e di come si sentono per essere come sono. Ho due figlie che dovranno farsi strada in questo mondo ossessionato dalla magrezza e mi preoccupa, perché non voglio ci siano cloni emaciati con l’ossessione di se stesse e con la testa vuota. Vorrei ragazze indipendenti, interessanti, idealiste, gentili, caparbie, originali, divertenti. C’è un migliaio di cose, prima di magre”.