domenica 9 aprile 2017

Orgoglio curvy e prova costume



fonte immagine
http://zelmarr.deviantart.com/art/Luscious-Polkadots-161037555

Ad aprile inoltrato, il tormentone della "prova costume" s'impenna: improvvisamente, tutti si ricordano di aver mangiato troppo durante le vacanze di Natale e a Carnevale, e iniziano il conto alla rovescia per perdere i chili in eccesso. Il picco massimo si raggiungerà dopo la mega- abbuffata  Pasquale, ma già adesso iniziano i primi mormorii.
Se non sono l'unica ad alzare gli occhi al cielo ogni volta che nel web leggo status di gente che si accorge improvvisamente di essere in sovrappeso, cliccate "divertente" o "interessante" alla fine del post, saprò di essere una di voi!
Personalmente, credo di aver scoperto il segreto per superare ogni anno senza trauma la prova costume: provate un costume, se non vi va... prendetelo una taglia più grande! facile no?
Scherzi a parte, so bene di non essere un fuscello, so di aver peccato durante le feste e so che non entrerò nel mio prendisole preferito quest'anno (ma c'è sempre l'anno prossimo).
Quelle come me un tempo venivano chiamate “maggiorate fisiche” o “pin up”;  oggi invece va di moda il termine Curvy : tradotto letteralmente significa “prosperosa”, caratteristica femminile che pare stia tornando di moda.
Avrete sicuramente sentito parlare di “Orgoglio Curvy” , una vera e propria esortazione non solo ad accettare, ma ad essere fiere del proprio corpo, se pur non esattamente filiforme.
Molti maligni sono convinti che questo atteggiamento di amore verso il proprio corpo sia solo una scusa per abbuffarsi, ingrassare, lasciarsi andare fino a sfociare nell’obesità e nei problemi di salute che essa comporta: mi pare ovvio che, un movimento nato per combattere il fenomeno dilagante dell’anoressia, non possa certo esortare a passare da uno stato di malessere all’ altro.
Altri ancora sostengono che chi proclama con fierezza il suo “orgoglio Curvy” intenda denigrare le normopeso, senza capire che essere felici di ciò che si è non implica sminuire il prossimo, e chi lo fa è soltanto un idiota complessato, che cerca di fare male agli altri nel tentativo di sentire meno il suo dolore e dimenticare i suoi difetti.
Forse sono "fuori posto" nello schema mediatico e sociale che ci viene imposto, eppure sono sempre riuscita a vivere una vita serena, pur avendo un giro vita un tantino più largo della media. Poi, sinceramente, non vedo tutta questa necessità di dimagrire ad ogni costo: si può ingrassare per una miriade di motivi, clinici e/o psicologici, e si può dimagrire come reazione ad un malessere interiore o iniziando la cura giusta, col proprio medico, ma lasciarsi ossessionare dell'imminente arrivo delle vacanze estive, la fretta di entrare in una determinata taglia entro giugno, l'ansia che si trasforma in ossessione per la "prova costume", resta per me un mistero della fragile mente umana.
Vorrei concludere con una citazione di Joanne Kathleen Rowling, l’autrice di Harry Potter :
 “Grassa di solito è il primo insulto che una ragazza rivolge a un’altra quando vuole ferirla; ricordavo di averlo visto succedere sia quando andavo a scuola sia tra le adolescenti. Così ho ricordato com’è strano e malsano l’insulto grassa. Voglio dire, grassa è davvero la cosa peggiore che possa essere una persona? Essere grassi è peggio che essere vendicativi, gelosi, superficiali, vanitosi, noiosi, o crudeli? No, per me no... ma del resto, che ne so io delle pressioni sociali sulla magrezza? (...) Si tratta di quello che le ragazze vogliono essere, di quello che suggeriscono loro di essere e di come si sentono per essere come sono. Ho due figlie che dovranno farsi strada in questo mondo ossessionato dalla magrezza e mi preoccupa, perché non voglio ci siano cloni emaciati con l’ossessione di se stesse e con la testa vuota. Vorrei ragazze indipendenti, interessanti, idealiste, gentili, caparbie, originali, divertenti. C’è un migliaio di cose, prima di magre”.






Nessun commento:

Posta un commento